Scosse. Frizioni e storie sotto traccia in Biennale
«Scosse. Frizioni e storie sotto traccia in Biennale». È questo il titolo di un podcast in tre puntate, in forma d’intervista, che ci conduce a frammenti attraverso un flusso indefinito di storie che abitano la Biennale di Venezia, fin dalla sua fondazione, nel 1895. Gli episodi s’intrecciano fitti, le voci molteplici confluiscono in un coro dissonante. Si va alla ricerca di quelle occasioni che hanno spezzato, o meglio sarebbe dire, scosso l’aria silenziosa della storia della Biennale di Venezia, parafrasando Quasimodo, anche solo per pochi istanti.
Scosse. Frizioni e storie sotto traccia in Biennale
Ep. 3 Storia della notte e destino delle comete?
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Season 1
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Episode 3
Come raccontare «Storia della notte e destino delle comete»?
Come raccontare un’opera che si compie nella sola, individuale e silenziosa, esperienza del visitatore per scomparire come il set di un film già montato, nelle menti di chi lo ha attraversato? Si parte così dalla sua cornice, il Padiglione Italia, alla 59a Esposizione Internazionale d’Arte, la Biennale di Venezia. Vi facciamo ingresso, ma solo dopo aver svelato qualche dettaglio di un autore oggi sotto i riflettori, Gian Maria Tosatti, finora più discusso che realmente approfondito. A condurci sono le sue parole e quelle del curatore, Eugenio Viola, ma non solo. La cornice è fatta di un luogo e delle sue storie, ma anche dei suoni che l’attraversano. Questa drammaturgia effimera, anche dopo la Biennale, anche per chi non farà in tempo a visitarla o neppure aveva mai pensato d’incontrarla, sarà un piccolo, umile tentativo di rilasciarne luoghi e temi a distanza. Spazio, dunque, a suoni e parole.
Come raccontare un’opera che si compie nella sola, individuale e silenziosa, esperienza del visitatore per scomparire come il set di un film già montato, nelle menti di chi lo ha attraversato? Si parte così dalla sua cornice, il Padiglione Italia, alla 59a Esposizione Internazionale d’Arte, la Biennale di Venezia. Vi facciamo ingresso, ma solo dopo aver svelato qualche dettaglio di un autore oggi sotto i riflettori, Gian Maria Tosatti, finora più discusso che realmente approfondito. A condurci sono le sue parole e quelle del curatore, Eugenio Viola, ma non solo. La cornice è fatta di un luogo e delle sue storie, ma anche dei suoni che l’attraversano. Questa drammaturgia effimera, anche dopo la Biennale, anche per chi non farà in tempo a visitarla o neppure aveva mai pensato d’incontrarla, sarà un piccolo, umile tentativo di rilasciarne luoghi e temi a distanza. Spazio, dunque, a suoni e parole.